Descrizione
Dal punto di vista legislativo, la legge italiana 149/2001 stabilisce che “… il minore temporaneamente privo di un ambiente familiare idoneo è affidato ad una famiglia, preferibilmente con figli minori, o ad una persona singola, in grado di assicurargli il mantenimento, l’educazione, l’istruzione e le relazioni affettive di cui egli ha bisogno”.
L’affido familiare è un intervento di aiuto e sostegno che si attua per sopperire al disagio e alle difficoltà di un minore e della sua famiglia che non è in grado di occuparsi dei suoi bisogni affettivi, accuditivi ed educativi. Si tratta di un intervento di protezione e tutela che consiste nell’inserire in un ambiente familiare diverso da quello originario, per un tempo variabile, minori altrimenti in condizioni di rischio (maltrattamento, abbandono, abuso o sfruttamento sessuale) o di danno evolutivo (fisico, educativo, emotivo, affettivo) a cui la famiglia d’origine non sembra in grado di far fronte o che addirittura contribuisce, in parte o totalmente, a creare. Tale intervento presuppone una valutazione preliminare, un progetto che prevede la recuperabilità della famiglia di origine e il mantenimento dei rapporti del minore con i genitori naturali. L’affidamento può essere progettato per periodi brevi, medi o lunghi, in base ai bisogni del minore e alle caratteristiche delle relazioni familiari e delle motivazioni dell’affidamento.
Come si articola
L’affido si può articolare in diverse tipologie di intervento:
Gli atti della Regione Veneto
Per seguire l’Affido familiare sono operativi nel territorio regionale i CASF (Centri per l’affido e la solidarietà familiare) istituiti con DGR n. 1855 del 13 giugno 2006. I CASF sono servizi sovra-distrettuali, chiaramente identificabili per sede e per i professionisti che vi operano (equipe multidisciplinare composta da assistente sociale, psicologo, educatore) e che si occupano in maniera specifica, specializzata, stabile e strutturata di affido familiare e in particolare di promozione dell’affido, di formazione e di sostegno delle famiglie affidatarie ex L. 184/1983.
Inoltre, con DGR n. 3791 del 2 dicembre 2008 sono state approvate le “Linee Guida 2008 per i Servizi Sociali e Socio Sanitari: l’affido familiare nel Veneto. Cultura, orientamenti, responsabilità e buone pratiche per la gestione dei processi di affidamento familiare”, che rispondono alla necessità di promuovere la pratica dell’affido in tutto il territorio regionale, definendo una cornice progettuale e operativa comune, finalizzata a garantire ai minori in situazione di disagio e alle loro famiglie processi di presa in carico caratterizzati da alta qualità, appropriatezza, omogeneità, nel rispetto del diritto fondamentale del minore a crescere nella propria famiglia.
La cornice operativa e istituzionale entro la quale le Linee Guida per l’affido si inseriscono è rappresentato dalle “Linee guida 2008 per la cura e la segnalazione”, approvate con DGR n. 569 del 11 marzo 2008.
La Regione del Veneto sostiene l’affido familiare quale risorsa elettiva finalizzata al sostegno dei minori e delle loro famiglie in difficoltà, riconoscendo a Comuni e Aziende ULSS, un contributo per il sostegno economico alle famiglie affidatarie.
I criteri di riferimento per il calcolo dei contributi sono stati definiti con DGR n. 2908 del 30 dicembre 2013 e si basano sull’ammontare della spesa di parte sociale sostenuta dal Comune o dall’Azienda ULSS, se delegata, al netto di eventuali recuperi effettuati sulla famiglia di origine, sull’eventuale reddito del minore o giovane, o di contributi di altra natura finalizzati a sostenere la spesa.
Con DGR n. 284 del 19 marzo 2019 si è provveduto all’assegnazione delle risorse a sostegno degli interventi a tutela dei minori in situazione di disagio con progetti di affido familiare per l’anno 2018, quantificato sulla base delle spese sostenute nell’anno 2017; con DDR n. 148 del 25 novembre 2019 si è provveduto all'impegno e liquidazione della spesa ad Azienda Zero.